
Siamo il frutto di quello che impariamo, della fortuna di trovare maestri.
L’altra sera ho letto con sgomento una notizia su Facebook: Il dr. Massimo Mazza è morto.
Ha avuto, pare, un infarto mentre lavorava nel suo studio. Era il più grande dentista microscopista al mondo.
Grazie a lui e al suo blog mi sono avvicinato, anni fa, alla microscopia.
Come sai, utilizzo il microscopio operatorio in tutte le cure che faccio, dall’igiene alle otturazione fino alla chirirugia e all’implantologia.
Chi mi ha ispirato, chi mi ha fatto da maestro, è stato proprio il Dr. Mazza.

Qualche anno fa aveva concesso l’opportunità di passare una giornata nel suo studio del tutto gratuitamente.
Io ero un lettore compulsivo del suo blog, avevo da poco comprato il mio primo microscopio.
Preso il coraggio a quattro mani, gli scrivo e riesco fortunatamente ad essere tra i medici che potevano stare con lui.
Ricordo ancora il viaggio in treno verso Milano. Ero molto teso, nervoso, stavo per incontrare un mito, un esempio, un Maestro appunto.
Come se un architetto potesse entrare nello studio di Renzo Piano o un giovane oncologo nello studio del prof. Veronesi.
C’è quel misto di paura ( oddio, e se dico una cavolata?!) alla voglia di sommergere il maestro di domande e curiosità.
Come a spremere ogni secondo con lui per imparare il più possibile.
Siccome sono ansioso, mi ritrovo davanti al suo studio con due ore in anticipo.
E siccome sono stordito e ho l’orientamento di una trota lessa, ci ho messo un’ora e mezza a trovare il campanello dello studio.
Classico ragazzetto di campagna, tra i palazzi di Milano proprio non mi sento a mio agio…
Alla fine riesco ad entrare, la segretaria gentile mi fa accomodare, sono comunque il primo del mio gruppo di studio.
Me ne sto seduto su quel divano in pelle stile Fantozzi, provando a respirare piano per non far cigolare la seduta… Arrivano gli altri, sicuramente più disinvolti e baldanzosi, e alla fine ci fanno entrare.
Il Dr. Mazza sorridente (ma non troppo) ci stringe la mano.
Lui faceva palestra, era un uomo grande e forte, ed io che ho il fisico da lanciatore di coriandoli mi ritrovo stritolato dalla sua presa.
Ci fa accedere al suo santuario, la sua sala operatoria, dove troneggia un microscopio Pentero 900.
Il Pentero è un micro da chirurgia spinale, una macchina magnifica usata dai neurochirurghi di mezzo mondo.
E il solo dentista ad aver avuto l’intuizione di utilizzarlo in odontoiatria è stato Massimo.
Lui inizia la sua presentazione, parla da scienziato e filosofo.
Racconta che guardare non significa vedere, che una macchina da sola non serve a nulla, occorre un cervello e una mano che la sappiano guidare. Parla di neuroscienze, di arte, di come immagina la vita e la professione odontoiatrica. E’ guidato dal piacere di un lavoro ben fatto, non si atteggia a grande genio ma parla da artigiano. Un chirurgo nel senso etimologico del termine, combattuto tra mille domande con la certezza di dover fare sempre il massimo. La mediocrità non è una opportunità, la sufficienza non è una scelta praticabile, l’eccellenza è la sola stella polare da seguire.
E’ stata una giornata magnifica.
Era un maestro, e in quanto tale generoso.
L’ho subissato di domande, mi ha permesso di provare il suo microscopio meraviglioso, mi ha insegnato più lui in un pomeriggio che tanti anni di università.
Ogni parola, ogni virgola, aveva un senso. E ho provato a imprimermi tutto nella memoria e nelle mani.
Chi è il maestro?
La notizia della sua partenza mi ha dato modo di riflettere. Chi è il maestro, che cosa fa?
Tutti noi ci ricordiamo di Leonardo. Quasi nessuno ha idea di chi sia Verrocchio.

Andrea Verrocchio è stato il maestro di Leonardo, il genio di Vinci sarebbe stato così grande senza di lui?
Io credo di no.
Ho letto in rete una bella definizione di maestro che mi ha molto colpito:
“Uno che ti lascia fare e che t’aiuta a maturare le tue attitudini; che non sfrutta la tua freschezza per dare lustro o freschezza a sé stesso. Maestro è chi sta dietro cose, persone ed eventi. È colui a cui ride il cuore vedendo che alla fine si è andati molto oltre rispetto alle speranze iniziali.”
Leggo in continuazione blog e post di colleghi dentisti.
Mi interesso, credo di dover imparare da tutti. Ma la cosa che mi fa inorridire è leggere robe del tipo:
“Siamo lo studio dove la qualità e l’eccellenza la fanno da padrone” “Siamo lo studio dentistico di Lucca che mancava. prima di noi il vuoto”
Ma che cavolo scrivete? Chi pensate di essere?
Noi non siamo nessuno. Siamo solo il frutto dei grandi che ci hanno preceduto, siamo i figli (spesso illegittimi) di ricercatori dal talento ineguagliabile.
Non sarò mai bravo, non sarò mai come Massimo Mazza.
E nemmeno voglio esserlo.
Non si fa onore al maestro tentando di scimmiottarlo.
Si fa onore a lui prendendo ciò che insegnava, facendolo proprio, traducendolo secondo la propria sensibilità.
Mantenendo però sempre un’umiltà che raramente si trova nella mia categoria.
L’umiltà di sentirsi sempre allievi, anche quando ti ritrovi ad insegnare ad altri colleghi come usare il micro.

Mi sento sempre così pieno di gratitudine quando decine di dentisti arrivano da me, da tutta Europa, per vedere e capire come uso il microscopio.
Ma mai, mai, dico loro o ai miei pazienti che sono “il migliore”.
Il migliore era Massimo, i migliori sono altri.
Io sono solo un alunno che prova, tra mille difficoltà limiti e difetti, ad essere degno di chi mi ha insegnato.
Complimenti per la sincerità, per l’ umiltà con cui presenta il suo lavoro! Auguro a colui che ha “il fisico da lanciatore di coriandoli” (deliziosa l’immagine, le si addice!) di raggiungere le qualità del suo ottimo maestro! Ad maiora!
Grazie Sig.ra Maria Pia per le sue bellissime parole 🙂
Sono il figlio di Massimo. La ringrazio per questo suo articolo. Per favore, mi mandi una mail a ilfrancio@hotmail.com perche’ desidererei parlarle. Grazie
con grande piacere: studiomarsalli@gmail.com
Sono stato un paziente del dott. Mazza. Non posso definirlo Maestro perché non sono un odontoiatra o un medico, ma posso dire che nella mia travagliata storia di cure dentarie non ho mai trovato nessuno come lui, per la pazienza nello spiegarmi tutto, tutte le volte che chiedevo spiegazioni. E tutte le volte che ho avuto dubbi o paure lui mi ha sempre prima ascoltato e poi risposto con calma e sicurezza. E ha avuto ragione sempre. Ricordo un semplice episodio che mi aprì gli occhi sulla sua persona, il ghiaccio. Tutti i medici dopo un’operazione odontoiatrica non fanno che dirti di mettere il ghiaccio, ma personalmente lo trovavo molto semplicistico e spesso neanche efficace. Il dott. Mazza mi disse di non metterlo una volta a casa, perché avrebbe impedito l’afflusso degli antibiotici e delle cellule immunitarie. E da questo episodio imparai che lui pensava autonomamente e che ci univa una filosofia, usare la propria testa e non quella degli altri o della maggioranza. Per questo sono stato felice di essere un suo paziente, e sono davvero addolorato per la sua scomparsa, per la sua persona e per la sua filosofia di lavoro, oggi così rara e preziosa.
Ho appreso ora la dipartita del DOTT MASSIMO MAZZA porgo le mie più SINCERE condoglianze alla famiglia sono la moglie del PROF ANGELO SCOTTI SI SARANNO TROVATI IN CIELO A PARLARE DI CHIRURGIA E DEL LORO ADORATO MICROSCOPIO